Storia

Il ricordo di Giovanni Velita, signore di Greccio e amico di san Francesco

La spinta è venuta inequivocabilmente da san Francesco, dopo il suo viaggio in Terrasanta e lui ebbe l'idea mistica di rappresentare un presepio, come si chiamerebbe oggi, "vivente". Ma il grande organizzatore, anche in questo caso usando un altro termine moderno, il produttore, è stato un suo amico, Giovanni Velita, che era anche il signore di Greccio, un piccolo castello in mezzo ai boschi; a lui chiese di procurargli un bue, un asinello e un bambino di terracotta.

Al pio uomo l'incombenza terrena più importante, quindi, e si mise alla ricerca di quanto richiesto, comunicando ai conventi, che facevano da corolla a Greccio, l'intenzione del Santo per la rappresentazione nella Notte Santa. Dovette faticare non poco per avere gli animali, perché quella era, ed è, una ricchezza importante per il mondo contadino e ancor più in quello silvo-pastorale del Medioevo. Alla fine, narra la leggenda, che dovette prendere i propri e portarli personalmente nella grotta prescelta.

Tra l'altro, quasi per aumentare l'atmosfera mistica, il 24 dicembre vi fu una forte nevicata su Greccio, cosicché nella notte si creò una suggestione incredibile, col bosco illuminato da moltissime fiaccole portate sia dai frati intervenuti che dal popolo del castello. Se ne parlò così tanto che i francescani portarono in tutto il mondo l'idea del Presepio di Greccio.


Nella foto: veduta del santuario Eremo di Greccio (Rieti, Lazio).

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