Il Presepe

Il miracolo di Greccio nelle opere poetiche

"Il miracolo di Greccio" è una poesia composta da Filippo Ungaro e donata a Papa Francesco. Ma non è l'unico ad aver dedicato componimenti al Natale di Greccio e San Francesco...

Il presepe di Greccio, e i miracoli compiuti da San Francesco, sono stati cantati da diversi poeti. Lo scorso 25 dicembre, una di queste poesie è stata donata a Papa Francesco. È stata composta da Filippo Ungaro, professore di Trani, molto stimato e noto in tutta la Puglia e in Molise per i suoi giudizi letterari e per le prefazioni a scritti e opere in genere.

Il componimento si intitola: "Il miracolo di Greccio" ed è stato gratificato dal vescovo di Roma con il 'Pontificio Benedicto'. La poesia è breve, strutturata con quartine a rima alternata, "in segno simbolico delle alterne vicende della storia, nel cui contesto la Natività costituisce un punto essenziale di riferimento per la realtà trascendentale del genere umano".

Le strofe sono in tutto sette, in linea con le sette Virtù Teologali e Cardinali. Virtù che, laddove sono ben praticate, aiutano gli uomini a ritrovare il Bambinello di Betlemme. Ungaro nel componimento ha utilizzato l'acrostico verticale G.R.E.C.C.I.O.

Come detto, Ungaro non è l'unico poeta ad aver parlato del Natale di Greccio, del presepe e del poverello di Assisi. In particolare, nell'era moderna, Libera Mastropaolo e Graziella Ajmone hanno voluto mettere per iscritto l'evento di tanto, tanto tempo fa (nel 1223), quando Francesco decise di rievocare la nascita di Gesù Bambino con il primo presepe vivente. E scelse proprio Greccio. Che assistette a quello che viene definito un vero e proprio miracolo: a un certo punto, durante la messa, al posto del bambino finto che impersonava il figlio di Maria e Giuseppe si materializzò un vero e proprio neonato.

Un altro poeta che ha cantato l'episodio è Boris Pasternak, poeta e scrittore russo, ne "La stella di Natale". Pasternak, per chi non lo conoscesse, è l'autore del romanzo "Il dottor Zivago" che gli valse il Premio Nobel per la Letteratura.

Poi c'è Don Pompeo Mongiello, che ha utilizzato la poesia dialettale per far passare il messaggio sacro. Insomma, in tanti si son voluti cimentare in versi per rendere omaggio al poverello di Assisi, al primo presepe vivente che il mondo ricordi e al miracolo del bambinello, cullato tra le braccia del Santo.

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