Il Presepe di Greccio nella Basilica di Assisi

L'affresco era passato anch'esso sotto la terribile "esperienza" del terremoto: l'opera di Giotto, che ad Assisi (Umbria settentrionale, Perugia) raffigura proprio la sacra rappresentazione reatina aveva avuto danni marginali. Rimane adesso a raccontare un pezzo della storia della cristianità insieme a quello della tradizione e della fede popolare.

E rimane la più grande rappresentazione possibile dell'evento anche perché le due date si correvano solo settanta anni e quindi i racconti errano ancora molto attendibili: per capire e vedere quello che accadde nella Notte di Natale del 1223 si deve andare alla visitazione del Presepio Vivente, a Greccio quando viene rappresentato di nuovo, cionondimeno l'entrare nella Basilica superiore di Assisi dà ulteriori elementi, fa vedere particolari, rileva stati d’animo che non sempre sono disponibili in altri luoghi. Giotto sposta la scena in una chiesa anche se in realtà San Francesco aveva adoperato una grotta, ma sembra non creare differenze sostanziali dal un punto di vista della rappresentazione.

Non a caso Giotto, anche con la pittura delle scene sacre, ha segnato la storia della pittura moderna, che gli si rifà, a lui ed anche ai soggetti che ha rappresentato, tra cui il mirabile "Presepe di Greccio".

Nella foto: scorcio dell'interno, dopo il restauro a causa del terremoto del 1997, della Basilica superiore di San Francesco d'Assisi (Assisi, Perugia, Umbria del Nord) e delle ventotto scene del ciclo di affreschi di Giotto "San Francesco riceve le stimmate", tra le quali trova posto "Presepe di Greccio" (tredicesima scena).