Il territorio

Rieti la città delle acque

Rieti città delle acque. Fin da quando l'uomo si insediò nella Conca Velina. Stiamo parlando dell'età del bronzo, XIX secolo avanti Cristo. Lo stanziamento dipende in gran parte dal naturale progressivo ritiro delle acque del grande bacino, il Lacus Velinus preistorico. Che permetteranno così di rendere popolata in modo stanziale e nel corso dei secoli della piana di Rieti (Lazio) e di quella di Piediluco (Terni, Umbria).

Vengono utilizzate le risorse naturali, inizia l'agricoltura, nascono abitati, si regolamentano le acque. A partire dal VIII secolo a.C., tuttavia, sarà ancora l'acqua a determinare il cambiamento. Il lago caccia via gli intrusi, riprendendosi le terre lasciate. Bisognerà attendere il III secolo a.C., a Sabina romanizzata, per rivedere la piana con insediamenti produttivi come le fattorie. I romani avevano come scopo di ripopolare la zona per sfruttarla dal punto di vista agricolo. Viene quindi canalizzato il fiume Velino presso la caduta della Marmore e si crea una rete di canali nella Piana di Rieti. La palude diventa un paesaggio agrario. Se prima le acque erano indispensabili ma spaventavano, ora l'uomo le utilizza a suo piacimento.

La natura, però, sa prendersi le sue rivincite. Con la caduta dell'impero romano, l'acqua invade di nuovo la Piana e, per tutto il Medioevo, questa zona sarà nuovamente paludosa. Il fiume Velino non entra più nel cavo curiano, ma in un vero e proprio lago che, con sempre maggiori difficoltà, confluisce nel Nera. Il Lacus Velinus è di nuovo padrone: tanto che l'unico modo per raggiungere Rieti da Terni, e viceversa, sarà la barca.

Il XVI secolo propone progetti di bonifica per ripristinare la canalizzazione del Velino presso Marmore. Se ne occupano Paolo III, Clemente VII e Pio VI, che assoldano grandi architetti e ingegneri idraulici. Alla fine del XVIII secolo, l'agro reatino è in parte bonificato. Avviene quindi l'edificazione del paesaggio agrario, sostanzialmente uguale a quello di oggi. La piana vine conquistata dall'aristocrazia agraria. Si costruiscono Piedifiume e Settecamini, case coloniche e ville suburbane (sulle colline per le estati delle famiglie nobili reatine).

Nel 1927, con la nascita della Provincia di Rieti, e nel 1928 con l'istituzione di un Ente per la bonifica, iniziano i grandi lavori di regolamentazione delle acque. Vengono costruiti gli invasi artificiali sul fiume Salto e Turano. Si canalizza il Santa Susanna, si fa l'impianto idrovoro di Ripa Sottile (inaugurazione nel 1956).

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